Il germoglio e lo specchio by Francesco Bernardo Vitale;

autore:Francesco Bernardo Vitale; [Vitale;, Francesco Bernardo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: edigita
pubblicato: 2024-07-03T00:00:00+00:00

§5

A testimoniare la pervasività dell’ideologia della mancanza, è innegabile che nel gergo psicoanalitico di Lacan e seguaci si procedesse reclamando ritualmente «una lacuna nella struttura edipica» che ne governi i meccanismi esonerandosi da essi, «‘un posto vuoto […] aperto all’angoscia che il desiderio suscita’»92. A vario titolo, nozioni quali la castration o il nom-du-père non sarebbero tali se non fossero colpite da una repressione, una scotomizzazione che Lacan chiamava “forclusione”. Estromesse dalla struttura, vi lasciano un posto vuoto. Con lo stratagemma del posto vuoto operante da punto cieco della teoria, tutto è per incanto spiegato da qualcosa che è a priori omesso dalle spiegazioni, così da forzare tirannicamente a un assenso fideistico. L’abuso di questo trucco speculativo aveva destato in Deleuze e Guattari una viva riprovazione. Per loro è stato un lungo e pervicace «errore» l’approccio strutturalista che «fa della mancanza un posto vuoto», arcano primum movens che polarizza lo scibile asservendolo all’inconoscibile. Nell’approccio anzidetto perdura incancellabile un sottofondo di «religiosità»93, fede superstiziosa devota a un fervente culto dell’assenza, di cui gli psicoanalisti sono diventati sacerdoti e mistagoghi.

Una religiosità cosiffatta può tranquillamente sopravvivere inalterata nella sicumera d’essersi sbarazzati dei cascami teologici, nonché nel vanto «di aver ucciso Dio»: conservandone «il posto e l’attributo, si conserverà il sacro e il divino, anche se il posto viene lasciato vuoto e il predicato non viene attribuito»94. La ribellione è fintamente eversiva. Non importerà che Dio o un suo vicario ci si insedi affinché quel posto serbi la sua aura intimidente. La genialità di Bentham è consistita nell’accorgersi che, anche se la torre non è occupata e la mansione di sorvegliante non è attribuita, l’intimidazione è intatta. Ideatore di un’autorità acefala, non visibilmente rivendicata da un padrone, Bentham aveva intuito che il posto vuoto è inattaccabile. Resistendo incrollabile ai tentativi di sovversione, esso è per vocazione tirannico e coattivo. Si può assassinare un padre, detronizzare un re, sacrificare un Dio, ma come rovesciare una postazione vacante? Il campo «rimane definito da una trascendenza, anche quando la si consideri come assenza e posto vuoto»95.

Con un’enfasi degna dell’apofatismo, è l’appello stesso alla casella vuota a esigere la sua incolmabilità, vietando d’intenderne la vuotezza quale perdita temporanea di qualcosa che un bel giorno verrà recuperato. La casella vuota individua «una mancanza fondamentale»96, irriducibile a normali carenze e sottrazioni, una mancanza «la cui essenza stessa consiste nel mancare»97. Insignita di una maiuscola reverenziale, tale superlativa «Mancanza»98 è «‘un’incurabile insufficienza d’essere’, una ‘mancanza-ad-essere [manque-à-être]’ che è la vita»99, la quale dovrebbe altresì infliggere «‘la mancanza-di-godere [manque-à-jouir] che è la vita’»100. Il culto dell’assenza ha infatti per corollario il tono pretesco che insiste sulla inevitabilità del desiderio inappagato. “È la vita!”: questa è la sospirosa litania con cui la psicoanalisi chiosa i suoi salmi e catechizza il suo pubblico, in una pia rassegnazione e devozione ascetica alle rinunce (che Deleuze e Guattari, ispirati da Nietzsche, motteggiarono ferocemente).

Orbene, il richiamo a un’assenza primigenia solleva più quesiti di quanti non ne risolva. «Freud manteneva che l’organo, dal punto di vista dell’inconscio, non

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